• Capitolo 8 - La Topolino si dirige a Nord da «L’Italia in Topolino» di Stanley Williams
    Apr 24 2025
    Una mattina Mary Lee mi disse candidamente: "Se soltanto potessimo rifare una corsa ad Assisi per cercare la statua di San Francesco...”
    La misi in guardia: "ricordati, ad Assisi non hanno lo zabaione.”
    "Beh," aggiunse lei con la logica che contraddistingue le donne, "allora potremmo proseguire per Venezia.
    ”In fondo avevo delle buone ragioni anche io per visitare Venezia: William Dean Howens vi era vissuto per quattro anni, italianizzandosi completamente, sebbene si fosse sempre rifiutato di mangiare cervella fritta.
    Nella biblioteca di Harward c'erano cinque lettere manoscritte inviategli da Eugenio Brunetta; dove potevano trovarsi le lettere di risposta se non negli archivi della famiglia Brunetta a Venezia?

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    Un’originale coppia di americani, l’indimenticabile cult-car Topolino e le strade d’Italia: un Grand Tour anni ‘50 in cui si parla di persone oltre che di luoghi d’arte; davanti ai loro occhi affascinati scorre un’Italia tutta da amare.
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    27 mins
  • Un preludio dell'Om da «Il filo infinito» di Paolo Rumiz
    Apr 24 2025
    Niederalteich, Germania

    Se lo scampanio bronzeo di Altötting, il vento freddo, le nuvole basse, il mormorio dei tigli e il Danubio ti portano verso la Polonia e i Carpazi, ecco che l'abbazia benedettina di Niederalteich, un centinaio di chilometri a Nord-Est, ti fa volare direttamente in Russia sulla corrente del fiume d'Europa.
    Una parte dei monaci su dispensa della Congregazione, dice messa con rito ortodosso in una piccola chiesa al latere del santuario Maggiore.
    Qui la teatralità del cattolicesimo bavarese non trova spazio.
    Agli scheletri della Controriforma e la contorsione barocca delle statue si sostituisce l'immobilità delle icone paleocristiane.
    Il canto modernista dei pellegrini cattolici è rimpiazzato dal bordone che pare quasi il preludio dell'Om intonato dai monaci tibetani.
    Ritrovo Bisanzio, Sofia, Atene, Belgrado. Sfoggio di turiboli, candelabri e campanellini.
    E l'occhio ci mette un po' ad abituarsi al buio, al tremolare dei cieli, all'affaccendarsi di preti e chierici dietro il mistero dell'iconostasi.

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    Riuscirono a salvare l'Europa con la sola forza della fede.Con l'efficacia di una formula: ora et labora.Sono i discepoli di Benedetto da Norcia, il santo protettore d'Europa. Paolo Rumiz li ha cercati nelle abbazie, dall'Atlantico fino alle sponde del Danubio.Un viaggio che è prima di tutto una navigazione interiore.
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    13 mins
  • La Wunderkammer da «Il filo infinito» di Paolo Rumiz
    Apr 23 2025
    Altötting, Germania

    La Mosella, il Reno. Confluenza di fiumi e paesi - Belgio, Olanda, Francia, Germania - che segna l'Europa carolingia.
    I resti dell’inutile Linea Maginot, metafora degli inutili reticolati contro il mare dei migranti che ci sommergerà immancabilmente.
    Leggo i giornali e sento di vivere un immane sgretolamento in diretta.
    Le nazioni ammazzano l'Europa per la terza volta in cent'anni.
    Con la differenza che stavolta ci riusciranno senza bisogno di guerre.
    Oggi non serve più invadere un paese.
    Basta che eserciti di termiti iniettino veleni nel sistema e i poteri forti spostino capitali.
    L'ennesima truffa ai danni dei poveri.
    Vorrei urlare che l'Unione sta cadendo in una trappola costruita da altri, da una coalizione che va da Zuckerberg al Cremlino e include i nemici di Papa Francesco.
    Il totalitarismo dei monopoli e dello sfruttamento totale contro l'ultimo bastione di democrazia.
    Contro l'Europa delle regole, della pietà e dell'accoglienza, che resiste all'annichilimento dell'uomo. Ma riecco i campanili a cipolla, il Danubio.
    È la pancia cattolica del continente, la vecchia Baviera contadina.

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    Riuscirono a salvare l'Europa con la sola forza della fede.Con l'efficacia di una formula: ora et labora.Sono i discepoli di Benedetto da Norcia, il santo protettore d'Europa. Paolo Rumiz li ha cercati nelle abbazie, dall'Atlantico fino alle sponde del Danubio.Un viaggio che è prima di tutto una navigazione interiore.
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    11 mins
  • Capitolo 7 - La Topolino si riposa a Roma da «L’Italia in Topolino» di Stanley Williams
    Apr 22 2025
    Durante il nostro viaggio di due settimane nel Sud avevo raccolto molto materiale letterario.
    Perciò, per diverso tempo trascurai la Topolino.
    Dedicai le mie giornate, e parte delle serate, a studiare e a scrivere.
    Oltretutto, la Topolino era di nuovo dal dottore. Era in convalescenza dopo la ferita al fianco.
    Per cinque giorni ricevette cure giornaliere.
    E uno strato dopo l'altro di stucco grigio e, su sua pressante richiesta, fu rimesso in sesto con due candele nuove.
    Intanto io me ne stavo in biblioteca o in camera a lavorare sodo su Harry James.
    Trovai le esperienze italiane di questo romanziere di inesauribile interesse.
    A Roma era vissuto in un “appartamento inondato dal sole" in via Capo le Case, ma questo accadeva molto prima del traffico di oggi.
    Tutti gli studiosi di James ricordano come, durante la sua prima visita a Roma, egli se ne andasse "per la strada per le strade vacillando e gemendo, colto da un piacere febbrile”.
    Era estasiato dalle meraviglie della città, dalle sue linee e dal suo colore.

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    26 mins
  • Rondini e alambicchi da «Il filo infinito» di Paolo Rumiz
    Apr 21 2025
    Orval, Belgio

    La vedi solo all'ultimo momento l'abbazia di Orval, appartata nel folto della foresta delle Ardenne.
    È una cittadella murata, da cui spuntano tetti a scandole argentate e camini che sfiatano fumo bianco, profumato di birra.il mondo chiuso dove ronza, come in un alveare, la vita operosa dei trappisti, noti come cistercensi di stretta osservanza.
    Come dire dei super-super-benedettini.
    Manca poco alla cena e facciamo appena in tempo a mollare i bagagli che già la manovra del “frère hotelier" ci spinge energicamente verso il resto del gregge.
    Una cinquantina di persone - tantissime rispetto ai monasteri visitati finora - sono già radunate di una sala con quattro lunghi tavoli fratini apparecchiati e aspettano l'ordine di sedersi mentre un altoparlante diffonde musica rinascimentale inglese.
    Pellegrini belgi, francesi, tedeschi. Facce antiche, da "matrimonio di contadini” di Peter Bruegel.
    Davanti a ogni piatto, una bottiglia da un terzo di fresca birra ambrata fabbricata dai monaci, col caratterístico, robusto bicchiere a coppa deposto con cura eucaristica.
    Finita la preghiera, il dispensiere, dopo averti chiesto l'assenso con sguardo veloce, toglie il tappo liberando una sequenza sonora di sfiati che danno liturgico inizio alla sera.
    Il menù fisso, frugale e in rigorosa salsa trappista, si consuma il silenzio, in un acciottolio sommesso di stoviglie.
    La mensa di Orval pare una caserma.
    Il convivio dovrebbe essere la quintessenza dell’allegria, invece i commensali sono tutti tremendamente seri.

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    26 mins
  • Capitolo 6 - Palermo e la strada per Roma da «L’Italia in Topolino» di Stanley Williams
    Apr 20 2025
    Decidemmo di proseguire per Palermo e, per l'occasione, coniammo un termine per definirci: "montagnofobi, aborrivamo qualsiasi strada di montagna.
    Il cortese direttore del nostro albergo ci suggerì una via più breve, assicurandoci che avremmo risparmiato almeno trenta chilometri se solo avessimo preso quella strada, che era solo "poco montagnosa".
    Lo interrompemmo all'unisono gridando il nostro nuovo credo: "No, no, no. Mai più montagne. Non ci importa quanti chilometri dobbiamo fare se la strada è in pianura".
    Naturalmente, una strada del genere in Sicilia non esisteva, ma riuscimmo comunque a beffare i dispettosi dei dèi delle colline.
    Facemmo ciò che per il nostro geniale direttore era pura follia: girammo intorno alla punta della Sicilia e passammo per Sparta e Divieto, fino a raggiungere la grande strada costiera che ci avrebbe portato a Palermo. Il resto fu uno scherzo.
    Da quel lato dell'isola c'erano cittadine deprimenti come Barcellona, Felione, Patti, Sant'Agata di Militello o Marina di Carmia.

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    44 mins
  • Il demone di mezzogiorno da «Il filo infinito» di Paolo Rumiz
    Apr 19 2025
    Saint-Wandrille, Francia

    I monaci di Saint-Wandrille preferiscono il buio. Lo abitano come pipistrelli.
    Per vederli devi lasciare che l'occhio si abitui alla tenebra.
    Allora della Compieta, l'ultima preghiera serale, ci metti un po' per distinguere le tonache nere che entrano a luci spente per schierarsi ai lati dell'altare.
    Non emettono un umano scalpiccio: fluttuano in silenzio, sospesi, come icone bizantine.
    La chiesa abbaziale è un grande, semplice granaio in legno di quercia.
    Sa di erba e resina e fa navigare i fedeli come in un galeone rovesciato, correlati piccole finestre al posto delle bocche da fuoco.
    In assenza della chiesa antica in pietra, fatta a pezzi durante la rivoluzione francese, i monaci hanno trovato questa vecchia "grange" dall'altra parte della Senna, l'hanno comprata, smontata, numerata mattone del mattone, trave per trave, e l'hanno trasferita qui.
    Un bell'atto di rinascita, che ha cementato il gregge nell'ora e tra bora.
    Fruscio di tonache. Gli uomini in nero nel buio completano allineamento ai due lati dell'altare.
    I visitatori hanno il fiato sospeso.In assenza di luce è impossibile leggere il messale e quindi seguire i monaci nel canto.
    Non una candela accesa, niente. Nemmeno i leggii sono illuminati. I monaci cantano a memoria.
    Nel buio, un'unica luce, una stella polare: la Croce.

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  • Capitolo 5 - Da Messina a Siracusa e ritorno da «L’Italia in Topolino» di Stanley Williams
    Apr 17 2025
    Contrariamente alle leggende e alla letteratura turistica, il tratto tra Messina e Taormina non è di particolare bellezza fin quasi alla fine.
    Tristi paesini interrompono lo scenario fatto di mare e del profilo della costa italiana non distante. Passiamo da Santa Teresa di Riva e Ali senza essere tentati di fermarci, ma lì la bellezza del cielo e del mare era ancora più palpabile.
    Quando raggiungeremo la discesa tortuosa che porta alla dolce Taormina, il mare si ripropose in tutta la sua magnificenza.
    Il suo azzurro brillante ricordava il colore del cielo. Qual era il mare e quale il cielo?
    Il piccolo paese del quale tutti gli italiani vanno fieri, sembra pendere dal picco di una montagna.In realtà il Monte Tauro è distante e, paragonato all'Etna che domina sopra tutto, sembra una semplice collinetta.
    Taormina è una città in miniatura.
    Lo stretto e lungo Corso Umberto è reso vivace dai souvenir e dalla paccottiglia per turisti mentre, non lontano, sopravvivono le rovine del suo passato storico del quattordicesimo secolo.
    Il benessere è evidente nello splendore dei suoi interventi, dei negozi e degli stessi turisti che spendono largamente durante i loro brevi soggiorni.

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