• il paradiso in un fiore selvaggio 2

  • Apr 14 2025
  • Length: 5 mins
  • Podcast

il paradiso in un fiore selvaggio 2

  • Summary

  • Celia, come tutte le donne yatiris Aymara, indossava conorgoglio il tipico cappello a bombetta, simbolo del soprannome “cholitas”, untempo dispregiativo ma ora motivo di fierezza. Si dice che la parte piùattraente di una donna sia il polpaccio, chiamato “tussu” in lingua Aymara.Sebbene Celia avesse belle gambe, erano diverse dalla classica andina. Ian,invece di concentrarsi sui polpacci, fu subito catturato dalla profondità deisuoi occhi e dal resto del corpo nascosto sotto la gonna rigonfia di una“senora de pollera”, come vengono chiamate le donne andine per via delle lorogonne caratteristiche.

    Ogni cholita ha la sua personalità e ogni bombetta il suostile. I cappelli possono essere di vari colori come nero, grigio e marrone,con nastri a contrasto, tesa più larga o parte bombata più allungata osquadrata, a volte decorati con fiocchi e nappine. L’altezza della bombetta puòindicare lo status all’interno della comunità, ma il dettaglio più interessanteè il modo in cui viene indossata: dritta indica che la donna è sposata, ditraverso che è single o vedova. La bombetta è un oggetto prezioso per le donneAymara.

    La bombetta di Celia era nera, decorata con spille dei suoigruppi preferiti come i Doors, Pink Floyd, Led Zeppelin, Ramones, AC/DC e moltialtri. Il drappo era fatto dei colori della bandiera arcobaleno e,naturalmente, la portava di traverso, cosa che Ian notò subito.

    Celia amava la danza e la musica che da sempre ha avutonotevole rilevanza tra i popoli andini, così come tra gli aymara.

    Celia suona il charango, uno strumento della famiglia deiliuti costruito originariamente con la corazza di armadillo.

    Sembra sia stato realizzato per la prima volta a Potosí nelXVII secolo ispirandosi alla vihuela, molto diffusa tra la nobiltà spagnola.

    Lei usava una pedaliera stereofonica da cui a sinistra facevauscire il suono naturale del charango mentre sulla desta lo caricava di effettimoderni per creare un suono particolare e rock contemporaneo del nostro tempo.

    La batteria di Ajuae era composta dalla gran cassa del tipicotamburo andino il bombo legüero ottenuto dal tronco di un albero scavato in unpezzo unico su cui monta due pelli di capra e pecora intelaiate da cerchi dilegno cui sono collegati i tiranti in cuoio o corda.

    Sopra vi era appoggiata la quijada de burro o mandibola diasino costituito da una mandibola di asino per l’appunto,usata come percussionea volte è "ornata" con piccoli sonagli. Si suona tenendola con lasinistra e strofinando i denti con la destra.

    Come rullante, usava il wankara tipico tamburo piatto aymaracui aveva aggiunto una sordina di rullante tradizionale.

    Il tutto era coronato da una specie di trono fatto da unflauto di pan gigantesco che ogni tanto durate le loro performance, si alzavaper suonarlo.

    Ilbassista Naay suonava un classico richenbecher cui aveva messo delle Corde perBasso rinascimentale in budello di agnello e tappezzato dei colori tipici dellabandiera Wiphala Il, disegno di questa bandiera è composto di quarantanovequadrati, distribuiti con sette colori diversi.
    • Il rosso è la terra.
    • L'arancio è la società e la cultura.
    • Il giallo è l'energia.
    • Il bianco è il tempo.
    • Il verde sono le risorse naturali
    • Il blu è il cielo,
    • Il viola è il governo del popolo andino.

    Il chitarrista Lik usava una diavoletto a dodici cordeelettrica con una distorsione fuzziana ma al contempo non troppo pesanteabbastanza leggera da rendere il suono quasi sferosonico tondeggiante vibrantema non pesante.

    E infine la voce di celia si spalmava e strusciava sultappeto sonoro creato dal gruppo.

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